In questi giorni , fra le varie proposte per fare cassa, i ministri hanno proposto di mettere una tassa sulle bevande zuccherate e sul junk food, sulle sigarette dcc. Poi non hanno approvato nulla perché sono indecisi: mettere una tassa sulle bevande zuccherate vuol dire interferire con le scelte personali dell’individuo? Ha subito tuonato qualcuno. E già allora lasciamo che tutti si ingozzino di cibo e bevande che fanno male, perché così sono liberi. Io penso che ci siano altre leggi che limitano la libertà degli italiani sul piano privato e personale, molto più importanti di una tassa sulle sigarette.
Per cominciare la legge 140 sulla fecondazione assistita, già criticata dai giudici una ventina di volte e pure dal Tribunale dei diritti dell’uomo di Strasburgo. Poi abbiamo la legge sui Dico, che impedisce alle famiglie arcobaleno di essere riconosciute. Poi abbiamo la legge sull’aborto, che piano piano sta per essere strozzata dalle obiezioni di coscienza dei medici e dalla burocrazia ( salvo poi pagare cifre enormi per farlo in privato), poi abbiamo il testamento biologico, negato perché l’eutanasia non è possibile, così teniamo gente in situazioni di vita vegetale, che invece avrebbero voluto porre fine alle loro sofferenze con dignità.
Quindi siamo prigionieri dello Stato dalla nascita alla morte, nelle scelte sessuali e di vita. Queste sì che sono interferenze nel privato degli individui, non certo tassare la coca cola . Perché va detto che le multinazionali del tabacco e delle bibite possono mettere seri ostacoli a leggi che le danneggiano, invece noi cittadini nulla possiamo contro un Parlamento che legifera sulla nostra pelle seguendo gli insegnamenti della Chiesa Cattolica, come se abitassimo tutti nell’oratorio parrocchiale.
Per fortuna che i tempi si evolvono e comunque le persone stanno cambiando mentalità e tendono a fare quello che gli pare, anche a rischio della salute.
Queste interferenze nella vita dei cittadini sono molto fastidiose. Soprattutto quelle nei confronti delle donne, come se fossimo esseri incapaci da tenere a manina per le nostre scelte.
Troppi uomini in politica!
Baci
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La morte di Carlo Maria Martini, con il rifiuto cosciente all’accanimento terapeutico, si lega perfettamente alle tue considerazioni.
Un bell’articolo sul Fatto quotidiano on-line (vedi qui) in realtà precisa che, in quest’ultimo caso, non è stato in ballo l’accanimento terapeutico, ma le cure salvavita, proprio come nel caso passato di Welby, e giunge al paradosso che, per la legge italiana, bisognerebbe essere coscienti fino all’ultimo secondo di vita, per non dover esser soggetti alla volontà altrui in questo delicatissimo campo.
Speriamo davvero, cara Riri, che si diffonda sempre più una coscienza corretta dei diritti e dei doveri dell’individuo, allo stato attuale ancora troppo condizionata.
Un saluto di buona settimana settembrina.
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°franz spero veramente che la vita aiuti tutti a rimaner presenti fino ala fine. Ma se non sarà così? Io non voglio essere costretta a vivere con artificio, ho già visto e non è vita, nemmeno dignità. Ciao Rita
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