Quando la crisi ti tocca da vicino ti accorgi che è crisi. Ogni famiglia fa i conti con questa situazione inaspettata e così pesante. Chi ha i figli licenziati, chi non può più andare in pensione, chi ha problemi economici con le nuove tasse. Una signora, che fino a ieri era abbastanza indifferente alle strette e alle scelte dei governi, ora comincia a sentirsi nervosa, la sua famiglia e lei stessa sono inglobati nella crisi a vario titolo. Quando un figlio di trenta anni perde il lavoro e tu dei farne il doppio perché non sostituiscono i pensionati ti chiedi che tipo di società stiamo costruendo. Alla cinese penso io, in cui non ci sono più certezze, e si vive alla giornata, accontentandosi di mettere abbastanza soldi da parte per comperarsi una mucca o una capra in campagna, dove si torna. Dove torneremo noi? Le città sono un posto scomodo per coltivare e allevare, ma torneremo alle galline sul balcone e agli orti nei barattoli vuoti, perché si può risparmiare sulla benzina ma non si può rimanere senza cibo. Forse vedo tutto nero per l’ansia che i media mettono, ma ancor di più per come percepisco la realtà, fatta anche di incontri che stupiscono per la cruda realtà.
Come diceva Angelo Azzurro nel sul blog, siamo stati indifferenti per troppo tempo, in parte è anche colpa nostra.
Buon venerdì cara!
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